“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario”.
Queste sono state le prime parole da noi proferite affinché ai nostri alunni della terza, quarta e quinta della scuola primaria fosse introdotto il tema della Shoah.
“Maestra, perché ricordare un momento così triste?”
“Per non dimenticare” è stato risposto.
La memoria, attraverso i ricordi, ci permette di imprimere dentro di noi, momenti di gioia e di dolore che in un modo o nell’altro cambiano per sempre la nostra vita rendendoci, come in questo caso, più sensibili verso le discriminazioni di tipo raziale.
Quale migliore modo di arrivare alla conoscenza attraverso le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona, esperienze così forti?
Abbiamo invitato i nostri ragazzi ad assistere alla visione di un "film cartone” proposto dalla RAI intitolato “La stella di Andra e Tati”. La storia di due bambine sopravvissute ad Auschwitz, il “famoso” campo di concentramento i cui cancelli furono aperti il 27 gennaio del 1945.
Sebbene questo cartone abbia riprodotto nel più delicato dei modi la storia triste, anche se andata a buon fine, di queste due ragazzine, non sono mancate le lacrime a riprova della grande sensibilità dei nostri bambini, a dispetto della loro giovane età.
Abbiamo anche ricordato ai ragazzi le parole pronunciate da Charlie Chaplin nel finale del film “Il grande dittatore”, in cui dichiara che tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, godere della felicità del prossimo. Mai odiarci e disprezzarci l’un l’altro. La vita può essere felice e magnifica, ma noi troppo spesso lo dimentichiamo ed Hitler è stato la prova vivente di come l’avidità di un solo uomo sia stata capace di avvelenare i cuori di migliaia di persone che lentamente ha condotto verso le cose più abiette.
"Senza umanità, bontà e gentilezza, tutto è perduto!"
Per fortuna, l’odio degli uomini, ridotti in tale povertà d’animo, è un male passeggero. Quest’odio feroce scompare insieme ai dittatori che l’hanno provocato.
Come Chaplin, anche noi insegnanti e educatori, ogni giorno sul nostro “campo” combattiamo per eliminare l’avidità e l’odio.
Combattiamo ed insegniamo ai nostri ragazzi di fare di tutto affinché realtà come quelle di Auschwitz, mai più possano verificarsi e che quindi solo l’amore e l’unità potranno garantire il benessere e la libertà per cui milioni di persone hanno perso la vita.
Domande a pioggia. Osservazioni e commenti meravigliosi che solo i bambini sanno fare. Quanto è stato bello verificare, ancora una volta, che andare a scuola non è solo “regole e teoremi”, ma è soprattutto la prova che la scuola è la migliore “palestra per la vita”.